LUCCA, LA PIOGGIA E I COSPLAYER NAZISTI

Andata anche quest’anno.
Oramai è come spuntare un calendario o togliere i petali ad una margherita, ogni anno che passa, nonostante in certi casi (come questo) non avessi novità da supportare e promuovere, non sono riuscito a non venire, e le motivazioni sono le solite: la nostalgia, la breve distanza, il senso di appartenenza, gli amici, i colleghi, la curiosità.


Lasciamo perdere se negli anni modalità e parametri sono cambiati (tanto, quasi completamente), tuttavia nonostante mugugni, titubanze e le perplessità che ogni anno mi assalgono, alla fine trovo sempre un motivo per venire, complice quest’anno anche la motivazione della presenza alla manifestazione fatto dall’Accademia Nemo che se per anni è stata presente ai Games come scuola, quest’anno invece è stata presentata la nostra casa editrice “La città delle nuvole”, con uno stand nell’area Comics e precisamente nel padiglione Giglio.
Per questo motivo, visto la mia presenza alla manifestazione in supporto (solo formale) alla scuola, ho dato anche la disponibilità alle due case editrici Tunuè e Mondadori Comics con le quali collaboro, e che prontamente si sono attivate per inserirmi all’interno delle loro sessioni di dediche, trasformando così una presenza che doveva essere quasi nominale, in una del tutto operativa, con dediche mattina e pomeriggio sia per l’una che per l’altra. Impegni che comunque ottempero sempre molto volentieri.
Cambio anche d’approccio per questo report che report non vuole essere, stanco di ripetere le litanie di impegni, orari ed incontri, non mi sono volutamente portato dietro l’Ipad, che mi avrebbe aiutato ad elencare quotidianamente il tutto, preferendo una riflessione totale (non so quanto originale) e definitiva una volta tornato a casa, basata più sul sedimento delle esperienze che sulla loro cronologia.

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Premetto che la mia permanenza alla manifestazione è stata dal giovedì mattina fino alla tarda serata del sabato, escludendomi così dall’inizio e dalla fine, tuttavia, in questi cinque giorni di mostra, le previsioni annunciavano solo il venerdì, come giornata meteorologicamente adatta, per il resto la pioggia annunciata avrebbe rotto le uova nel paniere disturbando la viabilità del partecipanti.
Altra premessa utile, è l’ammissione sincera da parte del sottoscritto della sua totale abulia, nel senso che non sono mai preso dalla concitazione di visitare tutto, osservare tutto per disquisire su tutto, alla fine le mie peregrinazioni sono da stand a stand, dove incontro amici e colleghi con cui parlare, visto che abitualmente non ci vediamo, e solo incidentalmente abbiamo occasione di scambiare opinioni e considerazioni, perché per quanto mi riguarda, alla fine frequento quasi più festival francesi che italiani. Ho scoperto da tempo infatti con grande tristezza, che difficilmente oramai riesco ad entusiasmarmi per alcun che, condizione continuamente cercata che mi ha contraddistinto per tutta la vita e propulsore vitale di ogni mia attività, anche se devo ammettere però, che contrariamente ad altri anni questa presenza a Lucca mi è servita, e in qualche modo in questo preciso periodo della mia vita, mi ha aiutato.
Cercherò di capire in futuro perché.

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Andrea Romoli, il sottoscritto e Marcello Toninelli in pausa relax.

Lo sviluppo della manifestazione, che negli ultimi venti anni ha avuto una crescita di pubblico e importanza sociale da trasformarsi direttamente da festival per appassionati ad evento nazionale meritevole di report giornalieri su importanti quotidiani nazionali e personaggi di varia grandezza che sconfinano in tutti i settori dell’entertainement, lo si vede nelle migliorie ed accortezze che anno dopo anno l’organizzazione cerca di mettere a punto ed utilizzare per migliorare gli standard qualitativi dell’evento. Come ogni anno va ribadito però che la difficoltà di questo è da ricercarsi nell’ubicazione degli stand spalmati sull’intera area interna alle mura, cosa che rende difficile la viabilità non tanto all’interno agli stand, dove l’accesso è controllato, ma all’esterno e per le vie della città.
Quest’anno la novità (almeno da me constatata, magari ce ne sono altre che non ho individuato) è stato l’uso degli accessi elettronici nei padiglioni più grandi, dei “cancelli” conta-persone che bloccavano l’accesso al padiglione una volta raggiunto il numero massimo di visitatori, senza rinunciare tuttavia a controllori dell’organizzazione che distinguevano i semplici visitatori dagli addetti ai lavori (muniti di pass e braccialetti diversi) che avevano comunque libero accesso. Mi è stato anche detto che gli stessi “cancelli” erano stati messi agli accessi della città il primo giorno della manifestazione, ma il caos relativo che avevano prodotto è stato tale che alla fine sono stati rimossi, confermando così che il problema della libertà di circolazione all’interno della città, per quanto congestionata possa rimanere, è di difficile soluzione e può essere “gestito” solo organizzando vie a sensi unici pedonali.
Altre novità, l’aumento delle dimensioni alcuni stand  di case editrici come Bao, Feltrinelli, Oblomov e molte altre in genere che forse nel loro ingrandirsi hanno portato altre case editrici ad uscire in strutture autonome e fuori dal maxi-padiglione dei Comics, come Tunuè,  e Shockdom e RW (che l’anno scorso erano però in condivisione), intuendo la tendenza da parte dell’organizzazione alla concentrazione degli “editori maggiori” (di quelli presenti in questo spazio) nel padiglione centrale di piazza Napoleone.

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La mappa di Lucca con la dislocazione dei padiglioni e punti eventi del territorio urbano.

Quest’anno, contrariamente al passato, forse libero dal condizionamento psicologico ed emotivo dell’esito di nuove uscite, sono partito sapendo cosa volevo acquistare, per merito di siti che avevano informato sulle novità da poter acquistare nella manifestazione, e così facendo sono andato a botta sicura sapendo già cosa cercare e questo mi ha permesso con un semplice giro di pochi minuti (nella giornata di giovedì, la più tranquilla delle tre della mia presenza) di acquistare tutto. Perché alla fine, la vera difficoltà che impedisce certe pratiche di acquisto, almeno per quanto mi riguarda, è avere il tempo per potersi perdere nella calca alla ricerca di ciò che ti piace tra le centinaia di proposte che la manifestazione ti offre, e la moltitudine di persone che fanno la stessa cosa.
Ecco, le centinaia di proposte, una considerazione da fare sarebbe quella di sottolineare il numero delle offerte editoriali, ma siccome affrontando questo tema si corre il rischio di essere tacciati come inibitori di un mercato che ha nel suo giusto e libero sviluppo una sua ragione di essere, non lo farò.
Ma non potendo fare a meno di constatare che a fronte di tanta roba pubblicata che meriterebbe forse di restare dov’è sempre stata, e cioè chiusa nei cassetti, se non altro per concedere spazio alle meritevoli che non riescono magari ad avere spazio annegate come sono nel turbinio e nel caos creato da tutta ‘sta roba sui banchi d’esposizione, rilancio a voi le relative considerazioni: vale davvero la pena pubblicare tutto quello che è presente alla manifestazione?

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Al lavoro agli stand Tunuè e poi da Magic Press-Mondadori Comics.

Non ho i dati dell’affluenza dei visitatori, che probabilmente saranno stati anche minori del solito a causa del tempo poco clemente, a parte la giornata di venerdì, festiva e meteorologicamente migliore delle altre, dove il caos è stato totale e la viabilità praticamente impossibile, ma ormai lo sappiamo, Lucca è diventata una manifestazione bella sì, ma davvero complicata, sia per chi la vive, sia per chi la deve organizzare e gestire. Sinceramente non so se sarei tra le migliaia di visitatori se non fossi tra gli addetti ai lavori, ma c’è anche da dire che oramai la “presenza” agli eventi prescinde dal valore e dalle scomodità degli stessi, la gente vuole esserci, vuole essere presente e basta, come fosse un diktat dettato da chissà chi.
Oltre all’assidua presenza con Marcello Toninelli, con cui abbiamo condiviso anche i viaggi di andata e ritorno e la complicità che condividiamo da decenni, come sempre ho incontrato amici e colleghi, con qualcuno abbiamo scambiato quattro chiacchiere: Maurizio di Vincenzo, Fabio Civitelli, Claudio Villa, Angelo Stano, Davide Fabbri, Lorenza Di Sepio, Gradimir Smudja, Lele Vianello, Carita Lupatelli, Andrea Romoli il regista Giancarlo Soldi, un saluto a Igort, Stefano Biglia, Sergio, Teo Caneschi, Sergio Tisselli e poi due chiacchiere con Lucio Staiano, Mauro Paganelli, Pasquale Ruggero, Loris Cantarelli, Paolo Guiducci e chissà quanti dimenticherò tra i saluti e gli incontri fugaci, anche se oramai mi pare chi siano più i giovani autori presenti e che non conosco di quelli con cui condivido esperienze e carriera, mentre una volta era il contrario.
E’ il tempo che va.
E il tempo va anche in luoghi come piazza Anfiteatro dove una volta l’enclave dei selezionati fruitori sembrava una riunione di massoni e che oggi si è trasformata in un’agorà piena di gente di ogni tipo, età e lignaggio, incasinata com’era infatti nella serata di venerdì e trasformatasi in altro luogo dove DEVI esserci, mentre ci siamo solamente affacciati da una porta per constatare l’invivibilità della situazione tanto fosse gremita di gente, ed abbiamo prontamente fatto dietro front per dirigerci in un bar meno affollato.
Come finisce un buen retiro alla moda (almeno per me).
Cosa NON ho fatto, e potrei dire praticamente tutto (che per me è una consuetudine a Lucca, non sono un reporter e non sono un pasdaran di eventi e kermesse, anzi), a parte la visita alle mostre di Palazzo Ducale, sempre belle, ben realizzate ed interessanti per la polifonia delle caratteristiche degli autori presenti, poi non ho visto altro, non sono neanche andato allo stand Bonelli perché il giorno che avevo previsto di farlo ho avuto degli impedimenti ed il sabato nell’unico spazio di tempo possibile: diluviava.

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Lo stand de “La città delle nuvole” con Domenico Russo e Marika Fanin.

Non molto altro da dire, se non il fatto che i momenti più divertenti sono stati quelli dei pranzi e delle cene, i più belli invece nel vedere i giovani allievi dell’Accademia Nemo che firmano le copie dei loro libri stampati dalla nostra casa editrice è vedere Domenico, Lavinia, Morgana, Marika e Silvia e leggere sui loro volti le espressioni soddisfatte e imbarazzate nell’essere per la prima volta tra i protagonisti di una manifestazione così importante, e poi le cene con soci e amici, gli ospiti Francesco Chiatante, Luca Brandi e Steve Schanes, quelle sempre divertenti anche se in certi casi un po’annebbiate dalla stanchezza accumulata durante il giorno.

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Aperitivo al solito bar in piazza San Michele, da sx in senso orario: Luca Brandi, Francesco Chiatante, Laura Lavorini, Carlo Chiarotti, Domenico Russo, Fabrizio Pacetti, Steve Schanes, io, Luca Chiarotti e Francesco Mariotti.

Un’altra cosa da dire è scusarmi per la mia faccia smarrita, quando in certi casi non riconosco chi con entusiasmo invece mi saluta anche solo perché magari l’anno prima gli ho fatto una dedica e ho condiviso un po’ di tempo con loro, non è né per cattiveria né per supponenza, è solo che senza riferimenti precisi, i volti e le persone, sia pur con la loro umanità a volte si confondono, ed è semplicemente perché siete tanti, e ad ogni modo mi scuso anche con quelli che calorosamente mi salutano e che io, pur contraccambiando con cortesia, non riconosco.
A questa Lucca c’è stato spazio anche per le polemiche tanto care a questo periodo (anche se l’ho vissuto di rimbalzo e non direttamente), mi riferisco ai due ragazzini vestiti da nazisti e le relative reazioni suscitate da chi ha inveito contro di loro, indignato per l’oltraggio, e chi invece minimizzava con dei colpevoli “ma son ragazzini…” giustificando un gesto che, proprio in quanto ragazzini, va stigmatizzato. Uno specchio impietoso dei tempi che viviamo, dove non esiste la comprensione del gesto, tutto viene minimizzato sdrammatizzando atteggiamenti che invece hanno un valore simbolico e che se non sono ostracizzati , sottolineati e puniti renderebbero “normale” quello che normale non deve essere. Non so quanto fossero consapevoli i ragazzini vestiti da nazisti, ma non m’importa anzi, a maggior ragione, se non ne fossero stati consapevoli appieno (ed è probabile sia così) il problema non è affatto minore, e gli adulti che minimizzano su gesti del genere sono proprio quelli che non riescono a dare valori certi ai loro figli giustificandoli di tutto, incapaci di dire dei sicuri “no” per marcare confini importanti del pensare e dell’agire di minori, salvo poi indignarsi e stupirsi soltanto dopo, quando questi magari faranno cose che loro non avrebbero mai immaginato.

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Archiviata così anche la 53ima edizione di Lucca Comics&Games, senza primo né ultimo giorno, una presenza veloce ma neanche troppo.
Non resta da dire molto, volendo evitare le solite considerazioni che, in così breve tempo rimangono tali anno dopo anno, la domanda è sempre la stessa, il fumetto gode di buona salute?
Sinceramente non lo so, o meglio, professionalmente conosco la risposta che va però in controtendenza con ciò che si vede in una manifestazione come questa, piena di folla, proposte, lettori e novità, con gente euforica, felice e col sorriso perenne sul volto tutte cose che ispirerebbero ad ottimistiche previsioni.
Per cui, perché turbare tutto ciò?
Chi sono io, per sminuire l’impatto emotivo di chi partecipa ad un evento del genere e torna a casa col sorriso?
I lettori non hanno mai trovato tante proposte ed offerte come adesso, ci sono opportunità per chiunque abbia intenzione di realizzare un racconto per immagini, non ci sono mai stati così tanti autori e non si vedevano file in corrispondenza di alcuni stand come negli ultimi anni, se la felicità non è questa, allora dov’è?

Come in tutte le cose, è sempre una questione di prospettiva, ad ognuno la sua.

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