Graphic-novel again

Dire che avevo trascurato questo spazio è dire poco e forse, definirlo un vero e proprio abbandono è un termine più calzante, visto che sono trascorsi circa otto mesi dall’ultimo post.
Imbarazzante, lo riconosco.


Ma che ci volete fare, non mi piace scrivere di amenità giusto per un logorroico senso dell’occupazione degli spazi, di questi ce ne sono già abbastanza da utilizzare (vedi social ed affini), per cui almeno qui mi piace dedicare il giusto tempo per le giuste occasioni: quelle importanti.
Almeno per me, intendo.
E colpa della calura e della temperatura estiva che impongono decelerazioni per appannate velocità di crociera, che giusto per stuzzicare questo tedio stagionale, anticipo qualcosa del mio nuovo graphic-novel (uso il maschile anche se a me torna male), che vedrà la luce ad Ottobre (più o meno, ma sarò più preciso in futuro), ma sicuramente acquistabile a Lucca Comics&Games del prossimo autunno, per i tipi della Tunuè, come qualcuno sul web aveva già azzardato indovinandoci.
Cavallo che vince non si cambia, si dice. Ora, noi non abbiamo vinto un bel niente, ma il connubio è stato a suo tempo soddisfacente per entrambe le parti da ogni punto di vista, per cui anche per merito di innovazioni di tipo meramente strutturale ed organizzativo, Tunuè mi è sembrata la casa editrice giusta per continuare questo mio percorso editoriale dedicato alle graphic-novel.
E per loro è stata la stessa cosa ovviamente, un’intesa immediata e con grande fiducia nei confronti del sottoscritto, devo ammetterlo.
Per cui, se son rose…

Il biliardo

Veniamo alla storia: non fatevi illusioni, non vi dirò praticamente nulla dello svolgimento, per quello cari miei, dovete acquistarvi il libro, altrimenti che stiamo a fare qui, a pettinare le bambole?
Due adolescenti.
La famiglia e gli amici.
L’altro sesso.
I modelli cercati.
La provincia Toscana, la mia.
Un periodo storico preciso, i primi anni ’70, gli echi del ’68 e quelli anticipatori della stagione del terrorismo.
Vari personaggi caratteristici, molti dei quali oggi improponibili ma che hanno contraddistinto la vita, i costumi e le abitudini di un Italia che stava crescendo con tutte le sue caratteristiche che, col tempo, si sarebbero trasformati nei suoi difetti.
E poi le cronache di anni belli, i migliori per quelli che come me li hanno attraversati, come migliori sono per tutti quegli anni in cui tra i turbamenti, le paure e le scelte da fare, ma anche le pulsioni, le passioni e le scoperte che la vita di propone sono stati quelli della gioventù e che, a differenza di chi si ostina a proporre scale di merito, hanno sempre le stesse caratteristiche di qualsiasi generazione si parli, anche se con modalità, contesti e periodi diversi.
Sono anni di crescita, di errori, di ricerca dell’adulto che si cela dentro di te, e dei riferimenti che vorresti per trovarlo, e in questa affannosa rincorsa verso la vita ti ritrovi di colpo cresciuto, consapevole: un uomo insomma.

Ecco il libro parla di questo, parla di noi.

Qualcuno con cui parlare

 

 

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