Ci risiamo, puntuali come i compleanni, arriva inesorabile il rituale di fine Ottobre che si perpetua in modo uguale, per adesso, come sempre. Lucca è un appuntamento irrinunciabile (quasi), in parte perché almeno per me, la vicinanza geografica lo permette, dall’altra perché in questi anni volenti o nolenti abbiamo sempre avuto qualcosa da promuovere e che meritasse questo sforzo.
Il manifesto di Lucca Comics&Games, ed il bellissimo wall dello stand Mondadori Comics-Magic Press.
Per cui parto non più armato di quello spirito un po’ naïf degli anni in cui eri felice perché ti trovavi tra i “grandi”, ma consapevole che, bene o male, ritrovarti tra i tuoi simili vuol dire nuotare nel tuo brodo naturale.
Neanche fossi agitato come un esordiente, mi sveglio con quaranta minuti d’anticipo, amo avere del tempo per fare le mie cose, ma non esageriamo…
La giornata è bellissima, e lungo la tratta Cecina-Livorno, il mare colorato delle stesse tonalità del cielo si stende levigato, immobile e leggermente accarezzato da una brezza di tramontana. Attraverso le gallerie vedo spicchi di mare e spiagge che aspetto di vedere con trepidazione come quando da bambino andavo nel capoluogo per comprare i giocattoli e vedevo il negozio di Mondanelli come una specie di Paradiso terrestre. Le navi alla fonda sembrano modellini, ed i loro colori accesi sono esaltati dai bassi raggi di sole, lo so che sta sembrando l’inizio di una favola fatta di fate e donzelle, ma tutto questo per dire che la giornata è effettivamente splendida.
A Livorno incontro Marcello Toninelli, compagno di tanti viaggi e tante chiacchierate, oltre che primo traghettatore dei miei talenti artistici nel mondo del fumetto, ed insieme alla figlia ci dirigiamo verso Lucca.
La città brulica già di persone che parcheggiato le loro auto in punti strategici e fuori le mura, stanno raggiungendo il centro città per gustare ed essere protagonisti di una giornata attesa da tempo, i costumi, gli zaini, le cartelline e gli accessori indicano già le aspettative dei relativi gruppi, intorno alle mura frotte di ragazzi ed adulti stanno raggiungendo le porte d’entrata, è quasi tutti hanno dipinto sul viso il sorriso preventivo di chi si aspetta che il bello debba ancora arrivare.
La giornata sta per cominciare, e lo sta facendo nel miglior modo possibile.
Ora, non mi metterò a descrivere punto per punto i miei steps, dirò solo che il B&B che Mondadori Comics ha riservato a noi autori è di una comodità disarmante, situato in corso Garibaldi, permette di arrivare al padiglione comics di piazza Napoleone in tre minuti scarsi, roba che se dimentichi una cosa in albergo durante l’orario di dediche, quasi puoi andare a riprendertela senza inficiare niente.
La camera è grande e comoda, si incomincia bene, e non è poco.
Quest’anno sono ospite di Mondadori Comics, per promuovere l’uscita del mio secondo volume di Hasta la victoria!, pubblicato sulla collana Historica, la tetralogia è stata raccolta in due volumi cartonati e pubblicati il primo a Giugno ed il secondo a Novembre (ed esce il 3 per l’esattezza), perciò sono qui per offrire la “primizia” dell’uscita, un’anteprima per i visitatori di Lucca Comics& Games, dopo di che si passa all’edicola, la fumetteria o la libreria.
Lo stand che Mondadori Comics divide con Magic Press è molto professionale, ampio e concepito come le librerie nei festival francesi, con ingresso e percorsi obbligati ed uscita in corrispondenza della cassa, l’offerta è importante e di ottimo livello e già dalla mattinata del mercoledì, si vedono i frutti di una giornata che, alla fine, risulterà molto proficua.
La mia sessione di dediche è nel pomeriggio e comincia senza sussulti.
Già da piccole cose, “sensi unici” pedonali o nuovo guide per canalizzare i flussi di persone diminuendo criticità, ti fa capire il lavoro di messa a punto che l’organizzazione, anno dopo anno, appronta per migliorare l’accoglienza delle centinaia di migliaia di persone che raggiungono la città Toscana.
Poi, s’incomincia a trovare tizio e caio, e tutte le speculazioni ed i ragionamenti, vanno a farsi benedire, e si comincia il cazzeggio naturale di queste occasioni.
I primi incontri con colleghi producono le chiacchiere e le primizie di stagione e portano con sé una novità che non mi mette di buon umore, l’annuale cena bonelliane che ogni anno in occasione della Lucca fumettistica riuniva colleghi, redattori e dirigenti in un unico locale in conviviale amicizia (ed alla quale non avrei comunque partecipato per varie ragioni), quest’anno non si terrà, a favore, pare, di cene mirate in funzioni di progetti comuni.
Nuova dirigenza, nuova gestione, niente da dire, le cose cambiano e così anche le usanze.
Si prendono primi contatti per il prossimo progetto e le prospettive sono buone, trovo interesse e partecipazione per cui, come immaginavo, basta finirlo e l’anno prossimo ricomincia la sarabanda.
La sessione di dediche alla Mondadori è molto proficua, mi fermo anche da Grifo Edizioni per firmare portfolio’s e realizzare dei disegni sugli albi per facilitarne la vendita.
La sera alla ricerca di un ristorante con David Gori della Mondadori e Filippo Cenni, anch’esso disegnatore italiano in Francia e collega della stessa casa editrice, ci fermiamo al ristorante il Punto, la cena è ottima ed a buon prezzo e fatta con una certa ricercatezza. La conversazione piacevole, gli amici sono simpatici e finiamo, dopo una birretta in Anfiteatro, a letto alle due.
Lo stand Mondadori Comics-Magic Press ed una dedica frugale, di quelle realizzate velocemente a chi, nonostante avesse ricevuto già il primo, desiderava uno scarabocchio anche sulla secondo volume e che noi, da buoni samaritani quali siamo, abbiamo accontentato.
Il giovedì mi sveglio alle 6,40 per la luce che filtra dalle persiane, non ho oscuranti e il sole non dà tregua, ma fortunatamente mi riaddormento, perciò è provvidenziale una telefonata per scuotermi dalle braccia di Morfeo e ricordarmi che la mattina ho la prima sessione di dediche alle 10,00. Per cui veloce anche oggi, senza perdersi in ciondolamenti inutili, e salta anche una perlustrazione tra gli stand.
Ora, per quanto riguarda gli stand, l’impressione è che l’importanza della mostra si manifesti anche dalla mole (oltre che per quantità) degli stand e, devo dire anche nell’attenzione degli allestimenti, frugali e scarni fino a qualche anno fa, più attenti all’estetica ed al design da un po’ di tempo. Tutto questo credo dovuto sia all’importanza, la ricchezza e l’attenzione del dettaglio che viene dall’imitazione e dalla frequentazione di mostre come quelle del Libro di Torino ed altre, sintomo di consapevolezza, di vicinanza a certe dinamiche, l’entrata odierna e futura di case editrici anche generaliste, che portano know-how di questo tipo e mi auguro anche alla crescita del settore oltre che un certo orientamento verso le librerie e il mondo della distribuzione libraria.
Se la crescita di un settore si vede anche dall’estetica, ci sarebbe da essere ottimisti.
La giornata parte in sordina, c’è meno gente è vero ed era immaginabile, ma nell’avanzare del giorno aumentano anche i visitatori e pur essendo un giorno feriale e centrale nell’arco della durata della festa, e quindi forse il più “debole”, il numero degli spettatori mi appare comunque importante.
Nel pomeriggio incontro Simona Mogavino ed Alessio Lapo, incontro sancito da una mia battuta “infelice” detta con la consapevolezza di essere strumentalizzata biecamente dalla malcapitata (che so lo farà per amore della schermaglia dialettica), e che sarà il fil rouge di tutto il festival, lo so, battuta però che NON rivelerò e che solo i presenti sapranno di quale si tratta, in modo che ad imperitura memoria, quel momento topico che gli annali del festival inciderà a caldo sulle sue proprie pagine, possa passare ai posteri. Amen.
Nel pomeriggio gli incontri si infittiscono ed oltre che all’amico e collega di bonelliana memoria Alessandro Bocci, con cui è sempre bello conversare, poi arrivano Teo Caneschi, Simona De Matteo, Gianluca Maconi ed altri colleghi, molti dei quali frequentatori del suolo francese con cui condividiamo festival ed incontri d’oltralpe. La sessione di dediche del pomeriggio si mostra un po’ moscia, contrariamente alla mattina, protrattasi per ben un’ora dopo il termine prestabilito. A fianco a me anche Rodolfo Torti e Roberto Dal Prà, veterani di lunga data ma piacevoli colleghi con cui fa sempre piacere condividere momenti insieme.
La cena è prevista per le 21,30, per cui abbiamo tempo per un aperitivo al bar d’angolo di piazza San Michele, spritz e patatine e le solite chiacchiere, condimento ideale dei momenti lucchesi, inframezzati di disegni ed incontri ma inevitabilmente anche da mille discorsi, che come argomento centrale hanno il nostro universo disegnato.
La cena è al ristorante da Leo, e prenotiamo per dieci, ci ritroviamo in sei, che diventano sette crescendo poi definitivamente a nove, pur facendo impazzire i gestori del locale per la distribuzione dei posti, alla fine ceniamo velocemente, in un posto spartano e con una pessima acustica, che ci costringe ad avvicinarsi per capire le parole delle nostre conversazioni, ma di qualità casereccia ma buona.
Finiamo inevitabilmente all’Anfiteatro, la bellissima piazza di forma ovale della città toscana dopo avere atteso una pioggia piuttosto insistente sotto dei tendoni di un ristorante, nella piazza non c’erano moltissime persone ma sempre molte in relazione alla serata ed agli scrosci atmosferici, c’era un gruppetto di bonelliani tra cui ho salutato Corrado Roi, Paolo Bacilieri ed intravisto Michele Masiero, di scorcio anche Gipi credo reduci tutti da una serata trascorsa insieme, e noi tuttavia animati da una insana energia, ci siamo messi a parlare di varie amenità, fino a ritrovarci a bere una birra all’interno del locale.
Finiamo a letto ad un’ora ingiustificabile vista la natura delle cazzate che abbiamo detto, perdendo del tempo inutile quando potevamo dedicarlo ad una sana dormita che ci avrebbe trovati rinfrancati, la mattina dopo.
Un ieratico e romantico momento di affiatamento tra colleghi, la pulzella ammaliata dal fascino dell’autore, il vate evidentemente illuminato da una visione mistica relativa all’adulazione del proprio ego (peccato che come sempre il fotografo non sia all’altezza).
Ma il venerdì mattina non ho impegni, per cui con tutto comodo mi alzo e faccio a colazione all’ora dei nobili, ma dalla finestra riscontriamo un tempo umido, piovoso e poco invitante, che contraddistinguerà l’intera giornata.
La mattina la dedichiamo ai soci dell’Accademia Nemo e agli amici e che dedichiamo alla visita delle mostre del Palazzo Ducale, mostre che per allestimento ed interesse degli artisti, non tradiscono mai le aspettative, belle le mostre di: Michael Whelan, Igort, Taiyo Matsumoto, ma probabilmente la più bella è quella di Federico Bertolucci, artista viareggino che conosco da tempo e con cui amabilmente conversiamo qualche minuto, bella la sua versatilità, il suo tratto, l’impianto narrativo e scenografico.
Poi andiamo a fare un giro allo stand Sergio Bonelli Editore e qui, con il tutti i cambiamenti di vertice e di politiche che ci sono state, speriamo di trovare qualche collega o collaboratore che conosciamo. Fortunatamente la sorte ci assiste ed incontriamo direttamente nella piazza, il giornalista Roberto Papini con cui cominciamo a fare due chiacchiere, salvo unirsi poi Lucio Filippucci e Fabio Civitelli.
Poi decidiamo di entrare e ritrovo Riccardo De Marino, il front man della casa editrice di ogni manifestazione dei comics di cui ho memoria, e mi fa un enorme piacere, visto che avevo avuto informazioni contrastanti sul suo licenziamento, poi trovo Claudio Villa con cui mi metto a conversare e conosco un “ragazzino” al quale inavvertitamente e spinto da un diretta sincerità, gli chiedo con sfrontatezza quanti anni ha, tanto ha un aspetto giovane e fragile, in contrasto con una bravura ed una modernità di segno invidiabili, il “ragazzino” è Gigi Cavenago, il nuovo copertinista di Dylan Dog e nuovo grande talento del fumetto italiano.
Entro dal retro della struttura per salutare alcuni colleghi, ma mi fermo a parlare con Michele Masiero, ormai capo supremo della struttura con il quale scambiamo qualche parola e saluto l’amica e collega Paola Barbato e la splendida figlia Virginia.
Poi mi avvio verso piazza Napoleone fermandomi in uno stand del padiglione del Giglio quando all’uscita un forte scroscio di pioggia mi impedisce di ricongiungermi ai miei amici per andare a pranzo e, vuoi per l’impossibilità di muovermi senza bagnarmi come un pulcino, vuoi per il tempo residuo prima dell’orario delle dediche, decido di passare dal Grifo per espletare le ultime pratiche di firme su portfolio’s, stampe e dediche sui libri.
Poi sessione di dediche piuttosto intenso con sforatura oltre il dovuto, intervista per la webzine Manga Forever e rientro in cambio per piccolo relax e mangiarsi un trancio di pizza, visto che avevamo saltato il pranzo.
Cena con componenti dell’Accademia Nemo ed insieme a colleghi di Padova per pianificare future iniziative, poi di nuovo in centro con Luca Chiarotti e Fabrizio Pacetti in direzione piazza Anfiteatro, prendiamo una birra insieme all’interno del locale che puntualmente è vuoto, visto che il must è starsene fuori a gozzovigliare tra colleghi ed addetti ai lavori, e proprio per questo i miei due amici mi lasciano perché possa, senza patemi, tuffarmi nell’agorà della piazza e sguazzare così nel mio brodo primordiale.
Sono amici per questo.
Qui stasera ho incontrato quasi tutte persone simpatiche, Francesco Ripoli, Alberto Pagliaro, Daniele Caluri e Mauro Bruni tutta gente ad alto tasso di toscanità e dalla simpatia garantita, ma ad un certo punto, in tutto quel ciarlare anche piacevole, mi sono accorto di qualcosa, tutto mi è apparso come probabilmente è, ed ho sentito un clic dove ho capito che non avevo più niente da dire, non avevo più voglia di stare lì e mi sono sentito ridicolo.
Mi sono guardato nuovamente intorno, ed oltre a vedere un ambiente che sta cambiando pelle, facce e comportamenti, mutando ed omologandosi ad un mondo social dove le persone si nascondono dietro all’avatar di sé stessi e dove tutto sembra bello, dove la vita è meravigliosa (e meno male…) e dove tutti sono sorridenti, felici di esserci e le colline ti fanno “ciao!”, beati loro mi son detto, ho girato i tacchi, ho salutato tutti e sono andato a letto, se Dio vuole.
Buonanotte!
Due momenti della manifestazione: uno illuminato dal sole, l’altro bagnato dalla pioggia. Quest’anno abbiamo avuto di tutto.
Il sabato ha i colori di una bella giornata ma che può preludere ad una calca sovrumana, la domenica prevede pioggia e sfruttando la benevolenza del sabato, temo che molte della massa di persone che prevedeva di venire la domenica, opterà per anticiparla ad oggi.
Ed infatti già dalle prime ore i flussi di persone variopinte fluiscono ininterrotte per le strette strade della cittadina Toscana, e lo zio zag tra i passanti diventa uno sport che potrebbe aspirare alle discipline olimpiche.
Decido di fare di nuovo una capatina allo stand Bonelli in piazza del Duomo, piazza condivisa anche con lo stand Panini, voglio incontrare Lelella Castelllini, la leggendaria segretaria di direzione della casa editrice, che so essere presente, sono poche le circostanze in cui è possibile incontrarci e non posso saltare questa ghiotta occasione. Le telefono e così la trovo a fianco di Zerocalcare che dedica allo stand, in compagnia di molti altri colleghi, ci mettiamo a parlare ed andiamo a prenderci un caffè, inutile dire che nel frattempo è tutto un salutare amici che transitano nelle nostre vicinanze, l’euforia ed il caos allo stand è sinceramente entusiasmante, adesso che le novità, i cartonati ed i gadgets in vendita sono moltissimi e l’occasione quella migliore per sfruttare commercialmente le proposte, le file per dediche e firme sono lunghissime e debordano fuori lo stand invadendo la piazza.
Al rientro incontriamo Davide Bonelli e Giulio Terzaghi, e amabilmente ci mettiamo a parlare di molte cose, e fa piacere constatare che, anche se manco da Milano e sono latitante dalle pubblicazioni rarefacendo le mie apparizioni, niente sia cambiato a livello di rapporti personali e di simpatia, passa anche Simone Airoldi, il nuovo direttore generale ed ho così l’occasione di conoscerlo, e vederlo indossare una felpa in uso a tutti i ragazzi dietro ai banconi dello stand, mi fa una certa simpatia.
Uscendo mi metto a parlare con la gang di Dragonero: Stefano Vietti, Luca Enoch e Mario Alberti, entusiasti dei risultati del loro personaggio e delle potenzialità che questo può offrirgli, oltre al lancio del nuovo albo per i più giovani……. oltre che il cartonato molto bello che Alberti ha in dedica, e mentre mi fermo con loro mi anticipano che a momenti si dovrebbe svolgere un flash-mob organizzato da tempo, e di lì a pochi minuti si sente risuonare una tromba e si vede arrivare una colonna di soldati vestiti in costumi medioevali, successivamente anche i personaggi di Dragonero, l’impatto è carino e la piazza viene coinvolta dai duelli che probabilmente li coinvolgeranno ma io, come spesso mi capita di dire, sono un uomo del novecento e a queste cose sorrido, mi fanno simpatia per qualche minuto, poi mi annoio e devo andarmene, per fortuna mi metto di nuovo a parlare con Lelella, saluto Renato Queirolo e mi dirigo verso piazza Napoleone.
Devo dire che questa parentesi bonelliane mi ha fatto molto piacere, vuoi perché alla fine le circostanze non sono mai molte per vedere colleghi e vecchi amici, e anche perché spesso è l’unica occasione in cui mi rituffo in ricordi di quando era il mio unico pianeta intorno al quale ruotavo, e quei ricordi sono sempre molto belli da evocare.
Ritrovo i miei soci che hanno altro da fare, per cui decido di andare a mangiare un panino velocemente con Andrea Mancini, un collega ed insegnante della Nemo, perché per esperienza oramai ho visto che o mi ritaglio del tempo preventivamente, o rischio di farmi fagocitare dagli impegni e rischio di saltare il pasto, con l’effetto di ritrovarmi alla sera affamato come un lupo.
Mi fermo allo stand Grifo Edizioni per far altre dediche sui libri della “limited editon” di Voodoo Serenade, oltre che firmare altri portfolios realizzati con Mauro Paganelli negli ultimi anni, poi via allo stand Mondadori Comics/Magic Press.
Qui trovo Andrea Martiniello a fare dediche al mio posto, è arrivato in ritardo ma io non ho persone in fila, la giornata appare caotica e disordinata, c’è molta confusione, condividiamo lo stesso tavolo gomito a gomito, ma è divertente e scambiamo molte chiacchiere tra noi e con i dedicandi. Poi arriva Simona Mogavino e Alessio Lapo e qui l’arte del cazzeggio diventa raffinato e divertente e il tempo restante passa in un soffio, si fanno dediche, si parla, si ride.
Perché alla fine, almeno per noi autori, Lucca è un po’ questa, un’occasione per vederci e comportarci un po’ sopra le righe al nostro standard, diventiamo più cialtroni, alziamo il volume dei nostri discorsi, è tutto un po’ più esagerato, l’importante però è non illuderci troppo, non esaltare il nostro ego oltre un certo limite, che sarebbe quello consentito tenendo conto di quello che in realtà siamo, contiamo e viviamo, perché poi il lunedì si trasforma in quello che è, in un giorno come gli altri 360 restanti, e Lucca passa come gli entusiasmi effimeri.
Come anticipato non ho parlato del padiglione DC, Panini, del Manga Palace e delle miriadi di spazi ed iniziative che si moltiplicano ogni anno all’interno della manifestazione rendendola sempre più bella e coinvolgente, lo avevo anticipato perché sapevo che oltre al poco interesse personale in merito oltre che preferire il rapporto umano con persone che vedo raramente piuttosto che andare a scoprire novità che mi fanno meraviglia in un secondo e che dimentico subito dopo, ma tutto questo anche perché sono anni che ci vado, so cosa mi interessa e so anche che devo centellinare il mio tempo, ma devo ammettere che per un visitatore che saltuariamente si immerge in questa atmosfera divertente e fantastica, l’esperienza sia indubbiamente bellissima.
Stand Accademia Nemo, insieme a Luca Brandi e Francesco Mariotti (seduto).
Saluto tutti e mi dirigo al padiglione Games, enorme, altissimo ed imponente dislocato fuori le mura, dove un’altra umanità si diverte intorno a tavoli allestiti per farli giocare, stand che vendono ogni tipo di gioco, accessori, gadgets, costumi e libri di genere, con spazi per artisti che fanno performance ed editori che propongono materiale mirato per il pubblico presente, un’altra Babilonia festante. Qui mi riunisco ai miei soci, e dopo aver salutato John Nevarez che è stato presente al nostro stand per promuovere il suo libro realizzato dalla Nemo, ex-studenti raggianti dei loro nuovi contratti con gli editori, la testa in fiamme, la mente spenta, stanco, carico di bagagli e la voglia di scappare per fuggire da tutto questo casino, alla fine riusciamo a partire, finalmente.
La mia direzione non è casa, ma Castelfiorentino, mia figlia ha una partita casalinga (volley) che non voglio perdere per tutto l’oro del mondo, ecco qua, questa è la realtà, quella alla quale mi piace tornare, quella degli altri 360 giorni.