TRILOGIA DI SETTEMBRE: …e tre!

Quindici giorni di relativo relax, non che questo sia lavorare, e ripartiamo per l’ultimo appuntamento di questo mese tutto orientato alle pubbliche relazioni ed alle celebrazioni del compleanno di Nathan.
Giusto il tempo per riuscire a realizzare almeno le matite delle ultime venti pagine de “La lama a la croce”, il racconto che, secondo una programmazione che credevo di non riuscire a rispettare.


La cosa strana, e lo dico perché il tempo di volo da Pisa a Lamezia Terme me lo concede, è che in corrispondenza delle tavole più problematiche, quelle finali: con cavalleria di dragoni alla carica, stampede di decine di cavalieri, battaglie furiose e schieramenti di eserciti, in realtà sono state realizzate in tempi incredibili, segno evidente che, lo stimolo all’azione ed al movimento, sono state propedeutiche anche al l’esecuzione ed il divertimento che ne è derivato, ha fatto il resto.
Fatto sta che al mio rientro, dovrò solo ripassare il lavoro fatto (e successivamente anche colorare), non che sia un’inezia, ma il vedere l’opera fino alla fine dell’ultima vignetta, è già qualcosa.

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Come dicevo, con questo mese, completato come un “albo di figurine” una lista di aeroporti nei quali non ero mai atterrato: Alghero, Brindisi e adesso Lametia, in quel di Calabria, regione appena toccata già in qualche occasione precedente ma che di sicuro non posso affermare di conoscere.
L’occasione è il festival “Le strade del paesaggio” curiosa denominazione per una manifestazione improntata su fumetto, Cosplayer ed arti varie, sarò più preciso in seguito, di fatto ho una mostra di una quarantina di tavole del nostro eroe, allestita al sedicente Museo del Fumetto (di cui colpevolmente non conoscevo l’esistenza), ma del quale allestimento, spero le mie tavole abbiano fatto la loro figura, anche perché in questa occasione, sono “ufficialmente un ospite Bonelli”, cioè unico delegato alla rappresentanza aziendale, cosa che, così in esclusiva, non credo mi sia mai capitata in oltre vent’anni di onorata carriera (pur essendoci altri colleghi bonelliani, ma in veste privata). Questo comporta una pratica che da anni avevo quasi dimenticato, visti i cambiamenti di programmi di presenze ai festival almeno dell’ultimo decennio (prima non ne saltavamo uno neanche a morire), ispirati ad un’austerity che implicava autori invitati solo in occasioni di uscite, lanci promozionali o eventi particolari (almeno la norma era orientativamente questa, poi se sia stata sempre attuata alla lettera, questo è da vedere). Andando a memoria, credo che la mia ultima ufficiale sortita bonelliana, debba ricondursi nell’occasione de “I romanzi a fumetti” e in special modo per l’uscita del volume “Sighma” realizzato con Paola Barbato, ad occhio e croce, una decina di anni fa, più o meno. La pratica dimenticata è la “sessione di firme”, ovvero le dediche per i lettori che gratuitamente potranno ricevere un disegno appositamente realizzato dal sottoscritto per l’occasione che verrà dato a chi avrà il solo onere di fare la coda in attesa del proprio turno… da verificare SE ancora di code si può parlare, perché viste le ultime esperienze, di suddette code non se ne sono viste.

Comunque adesso siamo qui, sopra banchi di nuvole che lasciano intuire un tempo che, a rigor di previsioni, non dovrebbe essere radioso, quasi a sentenziare un triste primato del sottoscritto che sembra obbligarmi a vedere il sud, che banalmente immagino baciato perennemente dal sole, sotto il grigio di un cielo coperto.
Speriamo di essere smentito, io l’ombrello ad ogni modo non l’ho portato, sia per atavica scaramanzia, che per il semplice fatto che lo lascerei in terra calabrese.

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Il Teatro Comunale all’intenro del quale erano ospitati gli stand e le sale incontri.

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Cosenza.

L’arrivo è tranquillo, ad aspettarmi c’è una navetta convenzionata che mi porta all’hotel Excelsior, un quattro stelle di aspetto un po’ vetusto da nobile decaduto, con porte in noci e tappezzerie damascate. Una nota curiosa, quello che mi viene da notare appena entrato in città sono l’ubicazione in soli trecento metri, di ben cinque negozi di Onoranze Funebri, e due si aggiungono alle altre passeggiando nella città vecchia… ora, voi vi chiederete il perché le ho notate (e me lo chiedo anch’io), ma io giuro di non aver mai visto in così poco spazio, tante attività del medesimo genere (e specialmente di questo), a parte non si trattasse di bar o ristoranti in località turistiche.
Ad aspettarmi all’hotel c’è Raffaele De Falco amico di vecchia data ma, a mia insaputa, non solo è presente come deus ex-machina della manifestazione, ma proprio come rappresentante ufficiale della casa editrice, anche lui è alloggiato li, e da lì partiamo, dopo aver firmato una trentina di disegni prestampati per addetti ai lavori, per poi indirizzarci verso il teatro, sede degli incontri per le presentazioni.
Dopo quello di Frigidare con Sparagna che argomenta sulla licenziosità ed i valori degli scandali sollevati da alcuni giornali satirici durante la settimana, arriviamo noi.
Come ogni buona presentazione, la sala alla fine dell’incontro precedente si svuota degli interessati del primo incontro per riempirsi (si spera) all’incontro successivo… Noi aspettiamo fiduciosi, ma per ora la stanza si è solo svuotata.

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La stanza delle esposizioni dedicata al mio Nathan.

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Poi timidamente qualche coraggioso arriva, sempre pochino, ma al tempo una ragazzina in prima fila si alza e, presentandosi come una giornalista del sito web Nerd.30, comincia un’intervista che dovrebbe essere solo antecedente l’incontro ma che, successivamente, per le intensità delle domande e per il clima che si crea, si trasforma nel vero e proprio incontro.
Alla fine, un giro nelle sale espositive degli stand all’interno del palazzo e poi al teatro, per finire nelle sale contenuti le altre mostre e quella di Nathan Never, gli ambienti sono suggestivi e ben sfruttati e le mostre sono eterogenee ed interessanti.
Andiamo a cena a “La cantina” e con Raffaele comincia la chiacchierata che si inoltrerà fino alle 1,00… argomento: fumetto e suoi derivati, ci piace ed andiamo avanti ad oltranza, Raffaele è un abile conversatore e gli aneddoti che ognuno mette in campo segnano un percorso che proviene da lontano, fatto di passioni condivise e mai dimenticate. È un gran bel parlare.
Poi due passi in corso Mazzini, dove campeggiano all’interno della zona pedonale, una serie di bronzi di artisti importantissimi come: De Chirico, Dalì, Manzù, una bellissima galleria d’arte moderna in strada il Museo all’Aperto Bilotti (MAB), donata appunto dal mecenate Carlo Bilotti alla sua città.
Domani mattina: firme.

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Con Luca Raimondo e Bruno Brindisi alle firme.

Anche il risveglio del sabato è baciato dal sole, il tempo ci è amico e dopo la colazione ci incamminiamo verso il Museo, anche se la location delle firme è cambiata e siamo invece nella buvette del Teatro, luogo meno isolato e per questo scelto all’ultimo momento nel tentativo di agevolare l’incontro. Ma non ci sono file, né persone in attesa, lontani sono i tempi in cui non si riusciva ad accontentare tutti gli intervenuti, ma non si poteva andare oltre certe quantità di copie per colpa del tempo tiranno. Ora, il nostro sembra sempre un lamento di Cassandra che potrebbe risultare anche fastidioso (ed a ragione), tuttavia pare che nelle altre edizioni ci fosse ressa e file di persone agognanti, per cui delle due l’una, o sono io che sono poco interessante, e ci sta, oppure qualcosa non ha funzionato a dovere.
Poi vengo a sapere che la macchina organizzativa non aveva inserito nel programma iniziale l’appuntamento delle firme, ma solo in quello locale che, tra l’altro aveva cambiato la location all’ultimo momento.
È questo dispiace un po’ sia per Raffaele che tanto si è speso, è un po’ per il sottoscritto, concedetemelo, perché a fronte delle 120 copie (che una volta si spolveravano), ne ha firmata circa la metà, oltre che aver dato la disponibilità ad alcun sketches veloci.
Evidentemente in questo tipo di cose, non sono fortunato.
Vedremo di ottimizzare le copie restanti nell’incontro pomeridiano, in orari forse di maggiore accesso.
Adesso, in attesa di Bruno Brindisi e Luca Raimondo, oltre che del pranzo, ci gustiamo un po’ di ristoro prima del pomeriggio, anche se non si può certo dire che mi sono stancato.
Prima di pranzo l’arrivo dei colleghi Brindisi e Raimondo da Salerno, andiamo tutti a “La cantina” e trascorriamo un piacevole pranzo a base di piatti mai leggeri, ma dal gusto deciso e intenso certo, anche da queste parti le diete sono difficili da attuare e la “leggerezza” della cucina non è certo una caratteristica preponderante.
Si torna alle firme, ma considerato che siamo in tre, alla fine la musica non cambia di molto e molti degli intervenuti sono facce conosciute la mattina, Raffaele è amareggiato, perché non si capacita della differenza di affluenza con le edizioni precedenti e, per tutta la giornata cerca di analizzare quali possono essere le motivazioni di questa, che per lui è una defiance imperdonabile. In realtà c’è movimento, le mostre sono molto interessanti e ben organizzate e anche la macchina organizzativa stessa ha messo a disposizione spazi ludici, esposizioni è un parco ospiti variegato ed internazionale non indifferente, nel senso che le cose posso confermare che sono state fatte con criterio, professionalità ed una passione che ha prodotto una manifestazione molto interessante e, credo, piuttosto unica a queste latitudini.
La compagnia dei colleghi, le chiacchiere e comunque l’interesse intorno a noi è sicuramente molto alto, ma io non ho strumenti di paragone per compararli ad altre edizioni, per cui mi godo il momento senza troppi patemi.
Alle 16,00 Bruno Brindisi è chiamato ad una performance dal vivo al Museo del Fumetto (io sarò all’opera il giorno dopo) e si sa, l’abilità di Bruno e la magia del disegno che prende forma sul foglio bianco, strega tutte le persone che, alla fine del percorso espositivo, finisce nella sala dove è montato un cavalletto e si disegna dal vivo.
Poi il tempo di un aperitivo in un locale caratteristico della zona vecchia, poco lontano dal Museo dove incontriamo Denise Capezza un’attrice della serie Gomorra, che i miei colleghi conoscono e che io invece neanche ho mai visto, e altri ospiti della manifestazione, il coreano HR Joe autore della locandina, un regista napoletano e varia umanità.
A cena di nuovo alla Cantina dove l’argomento di conversazione principe è, pensate un po’, il fumetto e poi dritti verso il locale dell’aperitivo (che offre anche un servizio di ristorazione), è qui che hanno cenato gli amici incontrati precedentemente e sempre qui troviamo anche Alino (del Comicon), Gilbert Shelton (padre dei Freak Brotheers), e Vito Foderà, regista televisivo con il quale, il giorno dopo, e cioè tra una mezz’ora, devo incontrarmi per realizzare alcune vignette che inserirà in una trasmissione che sta curando (Politics).

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Insieme all’artista coreano HR Joe, ed i suoi “collaboratori”.

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Insieme a Lorenza Di Sepio (sx) e Giusy Nicosia.

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Con Raffaele De Falco e Vito Foderà, nell’ordine.

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Insiema a Claudio Santamaria.
Rientriamo in albergo giusto il tempo per prendersi i giubbotti, la sera l’aria è più pungente ma invita comunque ad una passeggiata nel corso, la notte è ancora giovane e deve essere ancora vissuta, ed è proprio per questo che la gioventù cosentina infatti si ritrova intorno ad un palco montato all’inizio di Viale Mazzini, qui suonano una musica techno che scomparirà poco dopo per tornare nelle cuffie che sono state affittate e che, nel momento del nostro ritorno in albergo, ci mostra una varia moltitudine di ragazzi che ballano sotto il palco nel totale silenzio, poiché la musica è diffusa all’interno degli auricolari che sono stati distribuiti, trovata simpatica e a suo modo geniale (si possono organizzare feste in strada senza disturbare la “quiete pubblica”) esperienza che, sinceramente, mi mancava.

La domenica si immaginava, si presenta e sarà una giornata interessante e allo stesso tempo molto faticosa, e le anticipazioni erano arrivate nella serata precedente.
Vito Foderà, autore e regista televisivo che Luca, il direttore della manifestazione mi aveva presentato la sera prima, mi aveva chiesto di realizzare delle vignette “a tema” su uno degli argomenti di discussione della prossima puntata di Politics, il programma di prima serata del martedì, e che è andato a sostituire Ballarò.
Argomento, che avevo già descritto ampiamente, non l’ho al momento inserito poiché la trasmissione non è ancora andata in onda.
L’incontro è fissato per le dieci con il regista e, insieme (lui, lasera, mi aveva già inviato per email un canovaccio su cui avremmo discusso) avremmo dovuto pianificare le quattro vignette da realizzare, il taglio e le modalità di rappresentazione.
Alle dieci al Museo ci incontriamo e in realtà ci intendiamo al volo e decidiamo come procedere, e il tutto in pochi minuti, il problema sarà invece la realizzazione, che dovrà contemplare anche una serie di riprese che permettano di far vedere il “making” delle vignette, per cui oltre a dover aspettare il videomaker che realizzerà le riprese, trovare la location e sottostare alle tempistiche di realizzazione, se ne andrà il pomeriggio, fermo restando che alle 16,00 dovrei avere una performance al Museo, e cioè dovrei realizzare un disegno dal vivo che alla fine donerò all’istituzione.
Valter è simpatico, collaborativo ed è un piacere lavorare con lui, ma devo realizzare quasi tutte le vignette due volte, per permettere di realizzare il materiale che, una volta montato, costituirà il filmato è, come predetto, se ne va anche il pomeriggio.
La location è una parte della sala destinata alle tavole di Nathan realizzate dal sottoscritto, per cui nel frattempo succede di tutto, si alternano intorno a me i visitatori dell’esibizione, osservano, si fermano incuriositi, parlottano e grugniscono espressioni di assenso, qualcuno si fa firmare una paio di disegni (già che sono lì), un imbecille arriva alle spalle e emette un urlo, salvo poi serafico asserire che “era uno scherzo” (io ho taciuto con dignità e compostezza, ma gelandolo con uno sguardo in cui c’era tutto il mio disprezzo), mi hanno presentato Claudio Santamaria intervenuto per ritirare un premio è molte altre cose.

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Il disegno fatto dal vivo e donato al Museo del Fumetto di Cosenza.

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Insieme all’inseparabile “tutor”, ma sopratutto amico, Raffaele De Falco.
Alla fine, su testi scritti da Foderà, ho anche letto il commento fuori campo che completerà il servizio, della serie che Rai3 si accorgerà finalmente di me e se Dio vuole: “Ho svoltato!”…(sto scherzando, eh?)
Termino a fine serata, ma mi è rimasta un’oretta per realizzare anche il disegno per il Museo, da farsi su un foglio attaccato ad un supporto di legno messo su un cavalletto, è posizionato in centro alla sala.  Sono stanco ma non mi tiro indietro e, compostamente realizzo con senso del dovere la mia opera.
Credo sia arrivato il momento di passare alla cassa, ho finito, finalmente.
Raffaele si è posizionato vicino a me in attesa, foto e ringraziamenti di rito e poi di corsa a cena.
Devo ancora salutare Marina Comandini vedova Pazienza, è un po’ che non la vedo e vorrei scambiarci due chiacchiere, c’è anche Mauro Uzzeo, anche lui vincitore di un premio per i fumetti. Insomma, la giornata volge al termine e con lei, anche questa tre giorni cosentini, tra l’altro niente male.

Parlare con Mauro Uzzeo è, a sua volta, un piacere ma al tempo stesso mi costringe ad un’amara considerazione. Ora, c’è da dire che conosco Mauro da moltissimi anni, da quando, ragazzino, frequentava noi autori che partecipavamo ad Expocartoon, ed è un ragazzo dallo sguardo intelligente, vivo e cordiale che mi ha fatto sempre molta simpatia, e che negli anni ha saltabeccato proficuamente ed intelligentemente dai cartoni, agli spot televisivi, al fumetto e adesso collabora con la Sergio Bonelli (coronando, credo, il sogno di sempre), ma continuando a fare altro. Parliamo di progetti e di idee e mi accorgo che, la sua intelligenza e la sua attenzione verso le opportunità lavorative, di mercato e di prospettive professionali hanno un entusiasmo contagioso, ma che non solo non è fine a sé stesso, ma rappresenta una volontà di cambiamento, un ottimismo che pur nelle condizioni odierne, tenta di bypassare le reali difficoltà, con proposte innovative o, comunque, con nuove idee, pur consapevole del fatto che, l’unica strada per noi creativi è, appunto, quella di cercare continuamente e pervicacemente nuovi spunti su cui lavorare, senza rinunciare alla nostra vocazione di storyteller.
L’amara considerazione consiste nella consapevolezza che quel l’entusiasmo che lui ha, oltre che essere sicuramente una diretta conseguenza dell’età, è sopratutto il frutto di un’attenta valutazione del contesto contemporaneo, il fatto di essere calato in un mondo che, per me e per molti miei colleghi è meno sconosciuto, perché non solo ci appartiene meno,  ma forse neanche ci interessa più di tanto, spingendoci verso un pessimismo che sembra senza soluzioni, ma che invece è la diretta conseguenza della nostra incapacità di trovarle, perché non riusciamo più a muoverci nel brodo quotidiano di un mondo che rischia di lasciarci indietro.
Quello che mi rincuora è che, nel contesto della mia scuola, l’Accademia Nemo, questo essere calato nel mondo mi appartiene in un modo ben più consapevole, perché il continuo contatto con i miei soci e il nostro scambio continuo di idee e proposte, non mi fa sentire ed essere così distante da un mondo che, nonostante i radicali cambiamenti, riesco ancora a gestire, e sopratutto perché le mie scelte, almeno quelle professionali non sono per il momento dettate dall’incapacità di misurarsi col presente, quanto volte a fare ciò che mi piace, spratutto finchè questo e possibile farlo.
Tuttavia, certi incontri, hanno un significato molto più importante di quello che di primo acchito, sembrano avere, e ne sono contento.

L’esperienza cosentina finisce qui, la mia presenza al festival “Le strade del paesaggio”  sia per coinvolgimento che per le modalità della mia partecipazione, la continua e preziosa vicinanza di un “tutor” d’eccezione, l’amico Raffaele De Falco, la responsabilità di essere un rappresentante ufficiale della Sergio Bonelli, ha dinamiche che differiscono dalle simpatiche manifestazioni alle quali ho partecipato, pur rimanendo esperienze uniche ed indimenticabili. L’incontro di persone simpatiche come Vito Foderà, Valter (il videomaker), del collega Luca Raimondo, di Luca, Ciccio e la sua compagna, l’aver incontrato di nuovo Marina dopo molto tempo, e molte persone alle quali anche solo con una stretta di mano mi hanno dimostrato la loro stima e la loro riconoscenza, mi fanno chiudere in bellezza un mese impegnativo sì, ma che attraverso queste tre parentesi che come ogni esperienza lasciano ricordi indelebili e che, seppur privandomi di molti giorni di prezioso lavoro e che so già che sconterò in nottate, mi hanno regalato un Settembre che non dimenticherò; caratteristica non indifferente per un mese che, per sua stessa natura e per ingrata vocazione, sancendo la fine dell’estate non ha mai goduto di grandissima considerazione.

Adesso, sorvolando la costa tirrenica sotto i raggi di un bel sole di fine stagione, torniamo a casa.

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